Ladies Italian Open presented by Ruco Line – Le interviste

DIANA LUNA

 – Come giudichi il tuo stato di forma alla luce di unastagione con molte pause nel calendario del Ladies EuropeanTour?

“Credo di essere in buone condizioni. Ho cercato di sfruttarel’interruzione nei mesi primaverili per lavorare sugli aspetti delgioco che mi soddisfacevano meno. Mi sono concentrata soprattuttosul gioco corto che mi aveva penalizzato nella gara disputata inOlanda, dove ho ottenuto ugualmente un buon piazzamentofinale”.

– Che feedback hai tratto dal percorso?

“E’ un tracciato molto dinamico, che impone grande attenzionedal tee e poi una lettura accurata dei green. Bisognerà programmarebene ogni colpo, studiando la strategia migliore per ognibuca”.

– Sei una delle pretendenti al titolo. Quali avversarietemi di più?

“E’ davvero difficile fare dei nomi. Potrei indicare alcunegiocatrici in base al ranking e all’ordine di merito, ma rischiereidi essere smentita. Il bello del golf sta anchenell’imprevedibilità dei responsi del campo”.

– Quale messaggio ti piacerebbe che questo Open potesselanciare?

“Vorrei si capisse che il golf femminile è vivo e che ha vogliadi emergere. Abbiamo una grande occasione per dimostrare lacompetitività delle golfiste azzurre. Le amateur si stanno mettendoin luce in campo internazionale e ciò rappresenta un segnale moltoconfortante per il futuro. Mi auguro che questo Open possaaccelerare la diffusione del golf in Italia”.

 

VERONICA ZORZI

– In quale stato di forma arrivi a questo appuntamento cosìatteso?

“Sento di essere ancora in una fase di rodaggio. Ho potutodisputare soltanto cinque gare nel 2014 e sono ancora alla ricercadegli automatismi. L’auspicio è di trovare da subito il ritmo garacosì da poter iniziare con il piede giusto l’Open”.

-Che impressione ti ha lasciato il percorso dopo i giri diprova?

“Ho ricavato un’ottima impressione. E’ un tracciato molto benpreparato, che premierà chi saprà interpretare meglio le strategiedi gioco. I green sono piccoli, quindi occorrerà fare moltaattenzione al posizionamento delle bandiere”.

-Che cosa rappresenta per te l’Open d’Italia?

“E’ un momento di grande gioia. Essere nuovamente fra lepartecipanti di questa manifestazione è motivo di orgoglio esoddisfazione. Quando abbiamo avuto la conferma ufficiale chel’Open sarebbe tornato in calendario noi proettes abbiamo provatogrande felicità. Questi eventi sono il miglior veicolo promozionaleper il nostro sport. Darò il massimo per onorare l’impegno e miauguro di vedere tanti spettatori a sostenerci”.

-Cosa ti senti di dire a una ragazza che non si è ancoracimentata con il golf?

“E’ uno sport che va assolutamente provato, altrimenti non sipuò comprendere quali sensazioni trasmetta. Soltanto scendendo incampo e prendendo contatto con l’attrezzatura ci si può renderconto di quanto può appassionare questa disciplina”.

MARGHERITARIGON

– Per le proettes italiane giocare l’Open d’Italia dà grandeadrenalina, ma, al contempo, potrebbe generare maggiore pressione.Sei d’accordo?

“Ogni gara ti stimola a offrire una buona prestazione esicuramente, c’è voglia di ben figurare di fronte al propriopubblico. La spinta emozionale di competere nella massimacompetizione nazionale, però, supera qualsiasi tensione. L’Opend’Italia non sarà mai una gara come le altre per noi azzurre”.

– Dopo aver provato il percorso, quali pensi possano essere lemaggiori insidie?

“Bisogna assolutamente restare in fairway altrimenti gli scorepotrebbero alzarsi troppo. Anche i green vanno affrontati concautela e bisogna fare attenzione agli alberi che proteggono moltebandiere”.

Il ritorno dell’Open d’Italia femminile è un segnale chedimostra come il golf femminile stia crescendo in Italia.

“Un evento di questa portata è una vetrina di assoluto prestigioper tutte le giocatrici azzurre e può fare da volano per ilmovimento femminile. Ci sono tutte le premesse perché sia unagrande settimana di sport”.

VERASHIMANSKAYA

 La russa Vera Vladimirovna Shimanskaya, 33 anni, è statamedaglia d’oro di ginnastica ritmica alle Olimpiadi 2000 a Sydney.Nel 2001 ha vinto i Campionati Europei, poi non è riuscita aqualificarsi per le successive Olimpiadi di Atene nel 2004 e alloraha deciso di lasciare. Dopo aver fondato una scuola per istruire legiovani atlete alla discipina che le ha dato tante soddisfazioni,ha iniziato a giocare a golf per mantenersi in attività fisica. Hacominciato, però, ad avere buoni responsi e così ha deciso diabbracciare questo sport come nuova attività. Nel 2007 ha superatola Qualifying School al Golf Club Le Fonti ed è entrata nelLET.

– Sei al tuo primo torneo in Italia. Che atmosfera haitrovato?

“Non mi era ancora capitato di disputare una gara in Italia, maavevo già avuto occasione di giocare in questa magnifica nazioneper delle sessioni di qualificazione. Da allora ogni anno scelgo diallenarmi vicino Milano durante lo stop invernale. Per me è sempreun piacere respirare l’aria italiana. Amo tutto di questo paese elo considero il posto più bello al mondo”.

– Come descriveresti il percorso del Golf Club Perugia?

“Mi piace molto perché è un campo dove le abilità tecniche efisiche devono essere supportate dalle giuste strategie. Lapresenza degli alberi a ridosso dei green è un ostacolo moltoinsidioso che obbliga a ragionare bene su come impostare gliapprocci. Differentemente dai tracciati americani, qui non bastasaper colpire la pallina”.

– In passato hai gareggiato nella ginnastica ritmica. Quali leprincipali differenze con il golf?

“Cambiano i tempi di esecuzione del gesto tecnico. Nel golfbisogna restare concentrati per almeno 5 ore durante un giro,mentre nella ginnastica ritmica la tua performance va espressa indue minuti e mezzo. Nel golf è veramente complicato, ma al tempostesso stimolante conservare le energie mentali per un arco ditempo così prolungato”.

– Guardando il field, quali giocatrici ritieni candidate allavittoria?

“Ci sono veramente tante golfiste in grado di competere per iltitolo. Se devo fare due nomi, direi Sophie Gustafson e Diana Luna.Diana, come me, non ha un fisico possente,  ma è invidiabileper la potenza che imprime ai suoi colpi”.

Foto Let Tristan Jones